Columba System, Marzo 2517
Gli è stato concesso di occupare una delle cabine singole dell'equipaggio: faceva parte del contratto di assunzione. Ed ora ha lasciato quella cabina alle spalle percorrendo il lungo corridoio che da quelle conduce fino alla plancia di comando della Brigade da guerra. In quei giorni di viaggio, da Safeport al sistema Columba, ha potuto accedere alla totalità degli spazi comuni, trattato come se fosse un membro dell'equipaggio da anni. Cinque uomini e cinque donne, di razze diverse e dagli accenti rimmer dei più variopinti; ha però riconosciuto che gran parte di loro proviene da Koroleva. Quando entra nella plancia di comando, riconosce immediatamente due cose: la consolle dell'artiglieria ed il negro alto e massiccio, con le spalle coperte da un - piuttosto noto - blackcoat.
Kenton Carsen.
Il suo nome viene pronunciato in modo impeccabile, con voce scura, profonda, fredda tanto quanto gli occhi scuri che si sente piantare addosso; gli scava dentro, come le zanne di un lupo che scavano dentro una carcassa ancora calda. Sente che sta cercando di metterlo a disagio, sulla difensiva, ma l'uomo nero si ricorda di avere davanti un uomo altrettanto tenace.
Ti stai preparando a qualche nuova guerra, Volkov? Perchè sono qui?
Perchè hai investito tutto quello che avevi in una guerra nella quale non hai mai creduto ed ora sei rimasto senza un soldo, senza navi e senza uomini. Perchè il denaro che guadagni facendo la guardia portuale alla Tower non è sufficiente a pagarti le bottiglie di rum che ti scoli in un giorno e così sei qui: come un cane randagio di Safeport che si aggira tra le lapidi dei cimiteri annusando il suolo e pronto a tirare fuori dalla terra cadaveri ancora commestibili.
Non mi hai risposto.
Non devo. Tra venti ore circa intercetteremo una nave di classe wyoming: tu siederai alla postazione dell'artigliere ed eseguirai i miei ordini. Fai quello che ti dico e verrai pagato; fai di testa tua, e nessun cane randagio troverà mai il tuo cadavere da depredare. E' chiaro?
Non aspettarti di essere chiamato capitano, Volkov.
Vladislav Ivanovich Volkov, 2517