mercoledì 11 febbraio 2015

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Sunset Tower, Febbraio 2517

Ha assistito in silenzio all'ennesima rissa all'interno del Crook Saloon; con una mano sulla bottiglia di rum e l'altra mano sulla revolver del cinturone. Ma non sono volati proiettili e non è morto nessuno: e gli sceriffi in browncoat non si sono neanche disturbati ad arrestare qualcuno. Quando lascia la presa dalla pistola, stanno buttando fuori dal saloon i due tizi svenuti, pestati a sangue.
Quindi, stavi dicendo che quel figlio di puttana di Hook ti ha pagato la metà questa settimana?
Annuisce, spostando gli occhi dagli sceriffi confederati sulla donna bionda che gli siede a fianco.
E perchè?
Perchè la strega zoppa è scappata per lo spazioporto durante il mio turno.
Tutto qui?
E lui, di nuovo, annuisce. Il viso sottile della ragazza non nasconde l'insoddisfazione nel sapere che quell'uomo quella settimana ha riportato solo la metà salario, perchè significa che dovrà accollarsi una quota in più dell'affitto del monolocale che si spartiscono nel Jackmark.
E non guardarmi con quella cazzo di faccia, Wright. La settimana prossima, ci rimettiamo in pari.
Ma lei incrocia le braccia sotto al petto, borbottando qualcosa in un saint stretto che neppure lui riesce a decifrare. Intuisce solo che sta inveendo.
Dammi una sigaretta, Capitano.
Non chiamarmi Capitano.
Dal giaccone nero, caccia fuori un pacchetto di Serenity, che getta alla donna.
Ma fumi le Cheltenham.
Prenditi le sigarette e sparisci, Sonja Wright; oppure se vuoi restare a blaterare, pagami un altra bottiglia di rum.
Agli ordini, Capitano Carsen.
E lei simula un saluto militare, strafottente e sgangherato, che non fa altro che innervosisre maggiormente quell'uomo. Dal pacchetto di Cheltenham se ne estrae anche lui una di quelle sigarette nere come il lutto; e come da tradizione, dedica un minuto di silenzio ai proprio pensieri.

Sonja Wright, 2517

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